Categorie
News

Intervista a Boris Fort, General Manager di Pizzoli

Dopo un lungo percorso di formazione manageriale e crescita professionale in Nestlè, Boris Fort arriva alla Direzione Generale di Pizzoli, media impresa italiana a proprietà familiare di terza generazione e leader di settore. Passione, esperienza e competenze a servizio dell’imprenditorialità italiana in un momento di mercato di forte stress per il reperimento delle materie prime e la gestione dei costi.

Quale è il rischio maggiore a cui vanno incontro le PMI italiane nell’affrontare questa situazione pensando anche al lungo periodo?

“In una logica di sopravvivenza, si corre il rischio di concentrarsi unicamente sulle urgenze, sacrificando tempo ed energie per il cambiamento culturale che è necessario fare. Bisogna bilanciare strategia e tattica, avere una visione.”

Uno dei temi caldi per il settore Food, in particolare per le PMI, è la capacità di attrarre i giovani, come muoversi su questo terreno cruciale per il settore?

“Sviluppare la capacità di attrarre, ma soprattutto di trattenere i giovani pensando al passaggio generazionale è un dovere etico per un manager.

Bisogna essere aperti, avere la volontà di ascoltare, facendo a volte anche uno sforzo culturale importante per abbattere le barriere tra le generazioni. L’apprendimento continuo, ad esempio ha un ruolo centrale per i giovani, che vedono la carriera meno come uno status symbol e più come ricerca del proprio benessere in senso ampio, quindi non solo economico e di realizzazione, ma anche emotivo e valoriale. Il senso di appartenenza una volta era quasi automatico verso il datore di lavoro, oggi non è più così, alle aziende è chiesto di rappresentare valori e generare ambienti professionali in cui si sta bene e si apprende.”

Come, non solo l’ingresso, ma anche la vera inclusione delle nuove generazioni nelle organizzazioni può essere favorita?

“Cambiando le metodologie di gestione delle Risorse Umane, ad esempio, non assumere solo guardando alle competenze tecniche, ma anche all’approccio al lavoro e al potenziale di leadership. Un altro aspetto da tenere in considerazione è l’aspettativa dei giovani a ricevere feedback tempestivi con un’immediatezza a cui i vecchi sistemi di gestione della performance e i manager stessi che li gestiscono a volte non sono preparati.”

Quali sono i 2 elementi che generano il successo professionale nel lungo periodo?

“In primis, la capacità di fare scelte coerenti per il proprio percorso professionale, innanzitutto preparandosi anche sulle competenze di base che oggi sono date per scontate, comprese quelle linguistiche, informatiche e digitali su cui i giovani non possono tradire le aspettative.

E poi una volta entrati nel mondo aziendale, la capacità di creare e gestire il proprio network dentro e fuori l’organizzazione.”