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Intervista a Mario Landriscina, Direttore Commerciale, Trade Marketing ed Export di Arborea

Mario mi racconta di essere cresciuto in Sardegna, dove ha iniziato a lavorare da ragazzino nella ristorazione per pura passione verso il lavoro e il settore alimentare; quell’entusiasmo è ancora oggi la sua caratteristica che insieme ad un’empatia naturale colpisce subito.

Dopo la laurea in Trade Marketing a Parma, inizia la sua carriera commerciale in Ferrarelle. Poi entra, in quella che per lui sarà la scuola di business, la multinazionale americana Kellogg’s, da cui esce dopo diversi anni per la voglia di confrontarsi con il mercato. Impara così a non avere paura di rischiare, ma che al contrario quando si avverte di stare nella propria zona di confort, vuol dire che è arrivato il momento di cambiare. A 30 anni arriva alla Direzione Commerciale di Pernigotti. Oggi gestisce le 120 persone che compongono la Direzione Commerciale e Trade Marketing di Aborea: una realtà unica , un food district , con una forte identità per ragioni storiche, culturali, sociali e ambientali , dove Mario Landriscina progetta la strategia di marca e l’espansione territoriale.

Cosa ti ha permesso di raggiunge ruoli di leadership?

“La motivazione, la sana competizione e l’ambizione che spingono a volere acquisire tutte le competenze che il mercato richiede, attraverso le job rotation e cambiando non solo aziende, ma anche categorie.

Ho avuto la fortuna di avere avuto capi bravi e la bravura di guadagnarmi la loro fiducia, che li ha portati a credere in me e dedicarmi il loro tempo.

L’impegno, lo spirito critico per migliorarsi sempre, imparando dagli altri quello in cui sono più bravi, con umiltà, ascolto e curiosità.

Tutto questo mette nelle condizioni di essere scelti.”

Quanto conta iniziare sul campo per costruire una carriera nel mondo commerciale?

“E’ un’apparente retromarcia, che nei fatti si dimostra invece un trampolino di lancio, che consente di comprendere la realtà del business e come vive un venditore, indispensabile per crearsi l’autorevolezza, farsi ascoltare, rispettare e seguire.

Più si parte dal basso, meglio è! Parliamo di lavori impegnativi, a volte scomodi, in cui si vive la realtà dei PDV con persone che si svegliano tutte le mattine alle 4.30. Questo significa comprenderne i ritmi, cogliere le sfumature importanti, vivendole in prima persona. Si impara a tagliare le cose che non servono, a vedere la realtà con spirito critico, ad allenare la sensibilità commerciale e a spingersi oltre grazie alla passione: questo è il valore aggiunto del venditore.”

Il mio consiglio ai giovani è di trovarsi le opportunità per viverle queste esperienze, perché anche se sono scomode, sono le esperienze che fanno crescere di più per raggiugere ruoli di leadership.”

Cosa fa funzionare e porta al successo una squadra commerciale?

“Le competenze tecniche, dagli analistics alla negoziazione contano, ma  soprattutto i team funzionano e vincono quando sono composti da persone diverse tra loro, anche con competenze diverse che si possono integrare, ma  con valori comuni, in primis la cultura del lavoro. Le persone brave in questa professione sono quelle motivate nelle loro azioni quotidiane. Personalmente vado d’accordo con le persone a cui piace ciò che fanno: bisogna appassionarsi e trovare ciò che ci rede felici sul lavoro.”