Sono interessata ad approfondire come si costruiscano concretamente le competenze che consentono di approcciare settori e mercati diversi lungo il proprio percorso professionale e a che tipo di visione organizzativa questo possa portare. Ho quindi chiesto a Maurizio Stroppa di raccontami come si è sviluppata la sua professionalità, in contesti complessi e internazionali, attraverso esperienze multi-settoriali, che hanno spaziato dal Retail, al Cosmetico, dalla Moda al Farmaceutico. Dopo essersi laureato in Legge presso l’Università Cattolica e aver comple- tato il suo percorso accademico con l’abilitazione all’Avvocatura e oltre tre anni come Ufficiale nella Brigata Paracadutisti Folgore, Maurizio, da una prima esperienza in un’importante realtà logistica, riveste ruoli di sempre crescenti responsabilità in IKEA, Sephora, Walgreens Boots Alliance e Oberalp. Partendo dalla funzione Operations per scelta ha voluto affrontare diversi mercati e settori, al fine di sviluppare un elevato livello di oggettività nella lettura del modello di business e la giusta dose di umiltà nell’approccio a nuovi contesti. Dal 2020 è Direttore Generale di FederFARMA.CO, azienda privata la cui compagine societaria è rappresentata dalle Cooperative e dalle Società di Farmacisti presenti sul territorio nazionale, gestisce + di 400 Mio€ di fatturato, servendo oltre 12000 farmacie in tutta Italia e coprendo il 40% della distribuzione intermedia del farmaco.
Come attivare empowerment nella organizzazione, affinché porti valore aggiunto all’intera azienda? “La forza dell’organizzazione è legata allo sviluppo delle persone; quindi, il punto di partenza è il benessere dei collaboratori. Prendersi cura delle persone con empatia e capacità di ascolto consente di capire quando c’è qualcosa che non va ed è necessario supportare il collaboratore in una situazione che si trova a dovere risolvere. Quando un collaboratore è davanti ad un problema che non riesce a risolvere con le competenze già apprese e con i comportamenti che sta mettendo in atto, mi affianco a lui per affrontare il problema, ma senza mai sostituirmi al collaboratore che ne ha la responsabilità. Si tratta di accompagnarlo, senza cadere nel micro-management. Il feedback è uno strumento da mettere in campo e va dosato rispetto ai bisogni delle persone e spesso questo dipende dal loro livello di sicurezza in sé stessi e consapevolezza dell’auto- efficacia. Lo trovo indispensabile in generale e soprattutto laddove ci sia una carenza di self confidence, o, al contrario, dove questa sicurezza di sé sia eccessiva e non consenta di valutare oggettivamente al meglio le diverse situazioni aziendali. La crescita individuale dei collaboratori passa attraverso processi di delega e follow up: significa anche accettare l’errore e sapere quando e come intervenire in supporto.” Il tuo è un approccio fondato sulla comunicazione efficace: momenti di ascolto attivo tra capo e collaboratore; feedback tempestivi rispetto al com portamento osservato. Uno stile semplice, flessibile e che va al punto, diretto e di qualità; vicinanza varietà di stimoli che siano attuali rispetto al vissuto del collaboratore; modalità “a bordo campo” in cui si ragiona e si costruisce insieme il futuro: da cosa si parte concretamente per costruire questo modello di leadership? “Guidare con l’esempio per me è un aspetto collegato all’ascolto e che ho appreso e fatto mio quando ricoprivo il ruolo di comandante di paracadutisti militari, il cui modo di operare prevede che sia il capo ad essere il “primo alla porta, il primo a lanciarsi!” Questo approccio aiuta molto a rendere i comportamenti agiti coerenti con i valori dichiarati. Inoltre, facilita l’identificazione con i valori stessi e rende espliciti i comportamenti e le competenze richieste. In questo modo si definisce, traccia e condivide una visione concreta e sfidante e realizzabile nel tempo” Da cosa nasce il bisogno di fiducia che oggi ha un impatto così forte sulle Organizzazioni? “Il bisogno di fiducia all’interno delle Organizzazioni nasce dalla complessità. In un contesto complesso come quello in cui viviamo, è difficile che una persona sola possa avere una visione completa che abbracci questa complessità, la cui lettura richiede tante competenze tecniche. Sono consapevole che il rapporto con il mio team non è irrilevante per raggiungere le mie performance e che in squadra io stesso valgo e rendo molto di più. La condivisione basata sulla fiducia è un moltiplicatore di forze. Le performance portano i risultati, ma dal punto di vista strategico solo un grande livello di fiducia tra le persone, nel team e nell’Organizzazione, consente all’Azienda di restare in campo e di mantenere alta la propria competitività. Un capo deve avere sempre in mente entrambe: tattica, che vuol dire velocità di azione per cogliere le opportunità ed è legata a stretto giro alle performance delle persone e la leva strategica nutrita dalla fiducia, altrimenti “vinci la battaglia e non la guerra”. Che cosa significa per te coinvolgere i collaboratori, mi fai un esempio concreto? “Significa in primis mettere le persone nelle condizioni di elaborare le soluzioni e prendere decisioni all’interno di confini definiti e chiari entro cui ciascuno può agire con autonomia, dando loro un modello applicabile di gestione della squadra, che a loro volta possono replicare con le squadre che gestiscono. A questo si affianca la formazione specifica e i momenti di condivisione con tutta l’Organizzazione. Ad esempio, la nostra Convention 2022 ha visto coinvolti e partecipi per la prima volta tutti i nostri collaboratori e non solo gli stakeholder esterni.” Che caratteristiche hanno collaboratori con cui ti piace lavorare? “Energia, coraggio e capacità relazionali, unite alla capacità di lettura e gestione del numero e ad una buona dose di resilienza. Apprezzo inoltre sempre molto lo spirito di iniziativa, la proattività, la voglia di proporre nuove idee: è segnale di intelligenza e di partecipazione non così semplice da trovare.” Benessere delle persone, successo della squadra e orientamento al risultato: l’empowerment, oltre che agire positivamente sulla motivazione di ognuno di noi e sulla reciproca fiducia, porta l’azienda a raggiungere livelli più elevati di innovazione e reattività alle richieste del mercato, sempre più mutevole nel tempo.
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intervista a Maurizio Stroppa Direttore Generale FederFARMA.CO
